Questa monografia è dedicata alla produzione di dagherrotipi di Chuck Close, tra gli artisti più celebrati d'America e tra i grandi protagonisti della storia dell'arte del dopoguerra. Curata da Demetrio Paparoni, contiene, oltre, a un vasto corpus d'opere, un saggio del curatore, un'inedita testimonianza di Philip Glass e una conversazione di Close con Timothy Greenfield-Sanders e Jerry Spagnoli, che permettono di inquadrare in maniera esaustiva l'intera produzione dell'artista, dagli esordi a oggi. Pittore e fotografo figurativo, Close ha sempre posto il suo lavoro in una terra di confine tra realismo, astrazione e minimalismo